Antichi e Nuovi Splendori
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A cavallo tra il 2013 e il 2014 sono stata per tre mesi all'estero. Quando sono tornata Letta stava dando le dimissioni, Renzi prometteva miracoli. Tutto sarebbe cambiato. Così ho cominciato a dipingere l'Italia come la vedo io: evidenziando il passaggio da un passato glorioso ad un presente molto meno affascinante. Io sono veneta, e amo la scuola tonale che nel 1400 stava creando capolavori che tutta l'Europa ammirava. Quello è stato il mio punto di partenza, e precisamente la pala di Castelfranco di Giorgione. Ma non ci sono più santi e non ci sono più guerrieri, e anche la Madonna che ci guardava dall'alto è scomparsa. Rimane solo la bandiera abbandonata sul piedistallo che sorreggeva il trono. Un muro divide ancora la nostra bella natura e le mie amate Prealpi da quello che l'uomo ha saputo creare... ma è rimasto ben poco: un pavimento vuoto, e il broccato che, se non stiamo attenti, a sua volta stingerà. Il titolo della serie è agrodolce: indica che effettivamente siamo stati splendidi, ma si chiede se lo siamo ancora, o se stiamo vivendo degli ultimi bagliori del passato. |
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Questo mi ha ispirato il secondo acquerello, dove la divisione concettuale tra natura e cultura è sparita, ma è sparita anche la vitalità. Se i colori vibrano ed esprimono energia, qui tutto è esangue. Rimane solo la bandiera, ma quello che una volta era un florilegio di capacità artistiche e culturali, ora è un deserto. Una prima versione, con il paesaggio completamemte in bianco e nero, mi ispirava una tale tristezza che ho deciso di ridipingerlo, lasciando una traccia di verde, giallo ed azzurro nel grigio. |
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Forse dovrei smettere di guardare il telegiornale. Mentre continuavo a dipingere il fiume infinito di chiacchere su questioni importanti solo per i politici, ma irrilevanti o comunque non prioritarie per tanti cittadini, mi faceva di nuovo infuriare. Volevo rappresentare la mia sensazione di un paese alla deriva, abbandonato a se stesso. Piove per tutti, ma una parte d'Italia ancora ce la fa, mentre un'altra parte sta andando sott'acqua. E mentre dipingevo purtroppo pioveva sul serio, a dirotto. Genova è andata sott'acqua sul serio, e quello che doveva essere un altro acquerello della serie Antichi e Nuovi Splendori è diventato il primo della serie Genova. |
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E' una serie che rappresenta molto bene il mio punto di vista, per cui ne ho dipinto parecchie versioni. Volevo rendere più evidente la tensione tra la parte positiva, che rimane aggrappata ad un sostegno, e quella invece che sta affondando. Sarà la parte che tirerà anche l'altra sott'acqua, o la parte asciutta, positiva, riuscirà a reggere e passato il diluvio permetterà a tuto il paese di stare meglio? Volevo anche dare maggiormente l'idea del disagio della parte in sofferenza, così ho pensato di mostrare la bandiera che sta stingendo, perdendo risorse. Ma mentre dipingevo questo acquerello, poche settimane dopo il primo, Genova è andata sott'acqua di nuovo. Due persone sono morte nella loro stessa casa, e quello che doveva essere semplice colore mi sembrava sangue. Anche se ho altre idee da sviluppare e questa serie probabilmente si arricchirà di altre opere, ho dovuto fermarmi almeno per un po'. L'argomento era troppo angosciate. |
E proprio perchè l'angoscia era troppa ho sentito il bisogno di tornare indietro e continuare Antici e Nuovi Splendori. Questa volta con gli occhi rivolti alla speranza. la bandiera è ancora abbandonata su un trono vuoto, ma il paesaggio, il nostro bel paese, è ancora lì, vivo dei colori che spero diventino di nuovo cornice di bellezza e di creatività. Chi abita nel vicentino avrà di sicuro riconosciuto il profilo delle Prealpi, e dei monti e dei colli che fanno da cerniera tra le montagne e la pianura. La luce è limpida e inonda il quadro. Speriamo che sia di buon augurio. |
Sono l'unica che trova folle costruire muri all'interno di una comunità? L'unica che pensa che il simbolo dell'unione stia cadendo come un cencio davanti alle barriere innalzate senza motivo, per ragioni demagogiche o, peggio, per gretto calcolo economico? Arriva la tempesta. I tuoni sono ancora lontani, ma i fulmini si vedono chiaramente. L'Austria che fu impero e dominava Venezia ora ci spiega che dobbiamo costruire muri in mezzo al mare. Ma basterebbe un atlante, nel caso non sappiano usare internet. |
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"Limes"
2016
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Quello che doveva essere un nido di stelle, un simbolo di protezione e unità, è diventato un nido di nodi: ognuno tira dalla sua parte, senza il minimo ritegno nè vergogna. E quelle che erano stelle sono ora contorte ed irriconoscibili. Lo spazio comune ha perso il suo disegno, non c'è strategia nè visione. Quello che è stato un sogno a cui buona parte del mondo guardava come un traguardo, sta diventando un pasticcio di egoismi. |
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