Sono cresciuta in una famiglia dalla spiccata vena artistica: dal nonno intagliatore agli zii ceramisti o appassionati di pittura o fotografia, e quinta di sei fratelli e sorelle dediti al disegno, al fumetto, alla scultura e all'architettura.
Mi sono diplomata presso l'Accademia di Belle Arti di venezia, lavorando dapprima come grafica, poi come insegnante di educazione artistica, e infine come designer industriale, specializzandomi nel campo orafo.
L'incontro con l'acquerello è stato veramente un colpo di fulmine. Mi sono resa conto che la sua liquidità, la trasparenza, le sterminate possibilità di sfumature cromatiche erano esattamente quello che stavo cercando.
Ho unito così la passione per la botanica e quella per il racconto attraverso un medium straordinario. I miei fiori non sono semplici copie: piuttosto ritratti. Di tulipani algidi e imperiosi come imperatori, di clematis che si "innamorano" del fiore dal colore sbagliato, o di fiori di passiflora ronzanti di vita come aeroporti.
Un capitolo a parte è dedicato alla "identità nazionale", letta attraverso le grandezze ed i colori specifici di altri paesi. Nel caso dell'Italia invece è un tema che ho declinato da una parte come dolente riflessione sullo stato attuale del paese, dall'altra sullo svolgersi della nostra plurisecolare storia artistica.